Piace poco a giovani, donne e over 65 e riscontra più favore in caso di elezioni anticipate nazionale rispetto alle prossime provinciali. Per il 60% la collocazione dovrebbe essere autonoma rispetto a centrosinistra e centrodestra. Neppure un terzo dei trevigiani condivide lo strappo di Gianfranco Fini, ma la percentuale a favore è del 58,6% tra gli under 34.

Un bacino elettorale potenziale oscillante fra il 24% e il 21,6%, rispettivamente per quanto riguarda il voto nazionale e quello amministrativo provinciale. Questa la prima indicazione che emerge relativamente al gradimento, in questa fase, dell’elettorato della provincia di Treviso verso un cosiddetto terzo polo di centro, così come risulta da un sondaggio demoscopico realizzato da Hobo-Quaeris, il gruppo di ricerca economico sociale creato dall’Istituto di Ricerca Quaeris e dall’Agenzia di Comunicazione Pubblica Hobo Communication.
La ricerca, condotta nella giornata di lunedì scorso, ha preso in esame un campione di 300 elettori della provincia di Treviso, stratificato per sesso e per età, a cui è stato chiesto di indicare l’interesse e la a disponibilità al voto verso il cosiddetto Terzo Polo, sia in una eventuale consultazione nazionale che alle prossime elezioni amministrative provinciali del 2011. Il Terzo Polo è stato descritto, agli intervistati, come la coalizione formata, per le elezioni legislative, da Unione di Centro, Futuro e Libertà, Alleanza per L’Italia, LiberalDemocratici, Movimento per le Autonomie e laici liberal-repubblicani, mentre per quanto riguarda la consultazione provinciale è stato ipotizzato un raggruppamento formato da Unione di Centro, Futuro e Libertà, Verso Nord e liste civiche.

IL VOTO
– Di fronte alla eventualità di voto per le legislative, i trevigiani che dichiarano di prendere molto in considerazione il Terzo Polo sarebbero, secondo il campione, il 7,6%. Il dato è difficilmente comparabile con le ultime votazioni nazionali, in cui dell’intero rassemblement di centro era presente solo l’Udc, che aveva ottenuto, in provincia il 5% alla Camera e il 5,2% al Senato. La percentuale scende invece al 6,9% per quanto riguarda la disponibilità al voto alle elezioni amministrative provinciali della prossima primavera.
Ma il bacino teorico arriva per le elezioni legislative al 24%, con il 16,4% che dichiara di prendere “abbastanza” in considerazione il voto al terzo polo. Anche in questo caso il dato si abbassa in relazione al voto provinciale, scendendo al 21,6% di bacino elettorale teorico, con 14,7% che si di dichiara “abbastanza” interessato a prendere in considerazione il voto per il nuovo polo di centro. Poco o per niente interessato all’offerta del Terzo Polo per le elezioni nazionali è invece il 51,7% del campione (poco il 21,4, per niente il 30,3%), percentuale che sale al 56,3% a livello provinciale (23,4% poco, 32,9% per niente).

Il Terzo Polo sembrerebbe piacere poco ai giovani under 34, agli over 65 e alle donne, i meno interessati al nuovo soggetto, mentre dimostra di avere un buon appeal nella fascia tra i 35 e i 44 anni, con una lieve prevalenza tra gli elettori maschi (52% contro il 48% delle femmine). A livello locale aumenta il divario di interesse tra maschi femmine per quanto riguarda la disponibilità al voto (53,6% i primi, 46,% le seconde, tra molto e abbastanza) mentre la fascia più “sensibile” è quella compresa tra i 45 e i 54 anni.

LA COLLOCAZIONE
– Che si tratti di elezioni amministrative o legislative, è netta l’indicazione sulla collocazione che dovrebbe tenere il cosiddetto Terzo Polo. Per il 60,8% del campione l’alleanza centrista dovrebbe rimanere indipendente da centro destra e centro sinistra. Il 30% non sa o non risponde. Per il 5,5% il nuovo soggetto dovrebbe trovare collocazione come alleato del Pdl, per il 3,7% dovrebbe invece trovare una intesa con il Partito Democratico

LO STRAPPO DI FINI
– Al campione preso in esame è stata infine chiesto di esprimere una valutazione sulle critiche che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rivolto alla politica del Presidente del Consiglio. A condividere la posizione di Fini (il sondaggio è stato condotto nella giornata in cui Futuro e Libertà ha annunciato il ritiro della propria delegazione dal Governo) è il 28,6% del campione (il 5,7% condivide molto le critiche di Fini, il 22.9% abbastanza), mentre il 60,4% non è d’accordo con il Presidente della Camera (poco il 30,7%, per nulla il 29,7%). Non risponde o non sa l’11%. Ad essere maggiormente in sintonia con le critiche del leader di Fli sono i giovani (tra i 18 e i 34 anni) con una percentuale del 58,6%.

L’ANALISI
– “Il dato – ha spiegato Giorgio De Carlo, coordinatore del gruppo di ricerca Hobo-Quaeris – deve essere analizzato tenendo conto del fatto che si è comunque lontani dalla scadenza amministrativa e che quella del voto anticipato per le legislative è, al momento, una mera possibilità. La capacità di penetrazione dell’offerta politica del Terzo Polo è ovviamente condizionata dall’informazione e dalla comunicazione: il fatto che vi sia una maggiore disponibilità al voto nazionale rispetto a quello locale è in parte legata anche alla maggiore visibilità dei possibili leader a livello nazionale, mentre sul territorio si sconta un profilo più basso e una minore conoscenza e informazione relativamente al processo costituente. E’ un gap che andrà naturalmente a ridursi in prossimità della scadenza elettorale e che comunque suggerisce il bisogno di una più intensa attività a livello di comunicazione territoriale. Sempre per quanto riguarda la comunicazione, da segnalare come siano i giovani under 34, che sono anche i maggiori fruitori dell’informazione “non tradizionale” a cui si può attingere dalla rete internet, quelli che condividono maggiormente le critiche di Gianfranco Fini al Presidente del Consiglio”.
“Resta il fatto – ha precisato De Carlo – che per gli elettori oggi il terzo Polo è fondamentalmente l’ipotesi di alleanza tra Udc e Futuro e Libertà. Meno conosciuta è l’Alleanza per l’Italia mentre i soggetti più piccoli o legati ad altre realtà regionali, ad esempio i liberaldemocratici, l’area liberal-repubblicana e l’Mpa (che ha una forte connotazione geografica) non vengono di fatto tenuti in considerazione o non sono conosciuti adeguatamente”.
“Il bacino teorico di voto – ha concluso il coordinatore del gruppo di ricerca Hobo-Quaeris – è significativo ma si tratta di un dato molto generico. Una offerta politica distinta dall’attuale centrodestra e dall’attuale centrosinistra interessa ad una percentuale intorno al 20% dell’elettorato provinciale, evidentemente sensibile ai temi, ai programmi e alla “fisionomia politica” di questa ipotetica alleanza. E’ un numero importante, ma rappresenta anche un bacino ad oggi soltanto potenziale”.

Treviso, 17-11-2010,
Ufficio Stampa

PDF Sondaggio Quaeris_Terzo polo