Libertà di stampa. In occasione dello Sciopero Nazionale della Stampa indetto il 9 luglio dalla FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ovvero sindacato unitario dei giornalisti italiani), Quaeris commenterà i risultati di una ricerca desk (ovvero una ricerca che consiste nella valutazione ed eventuale rielaborazione di informazioni già raccolte da altri) sul tema della libertà di stampa e sul ddl intercettazioni durante la trasmissione Promesse e Fatti, in onda su Antenna 3 Nord Est.

Durante la puntata del prossimo 9 luglio di Promesse & Fatti, la rubrica di attualità condotta dal giornalista Fabio Fioravanzi, il dott. Giorgio De Carlo illustrerà i dati di alcuni recenti sondaggi condotti sul tema della libertà di stampa e sulle opinioni degli italiani in merito al discusso ddl intercettazioni.

Le evidenze che saranno tema di dibattito e confronto fanno riferimento a tre importanti ricerche:

  • Quaeris,La libertà: indagine sulla percezione della libertà tra gli italiani, Giugno 2010;
  • Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis,Monitor continuativo sull’opinione pubblica italiana, Giugno 2010;
  • Crespi Ricerche,Generazione Italia Osservatorio, Maggio 2010.

Alla domanda quali tipo di libertà sia più diffusa in Italia, il dato maggiore riguarda la libertà di culto, mentre la libertà di stampa è agli ultimi posti assieme alla libertà di espressione delle proprie preferenze sessuali. Ciò nonostante, la gran maggioranza degli intervistati non pensa che la libertà di stampa in Italia sia in pericolo.

Per quanto riguarda il decreto legge sulla limitazione dell’uso, da parte della Magistratura, delle intercettazioni telefoniche o ambientali nelle indagini giudiziarie, il 67% si dichiara contrario al ddl in quanto questo rappresenterebbe un ostacolo alla buona riuscita delle indagini condotte dalla Magistratura.

Proseguendo, il 51% degli intervistati a cui è stato chiesto se fossero d’accordo con il disegno di legge, in discussione in Parlamento, che prevede il divieto della pubblicazione e diffusione delle intercettazioni sugli organi di stampa, afferma di non essere d’accordo in quando le intercettazioni andrebbero pubblicate ma rimanendo garanti della privacy. Infine, alla domanda se le intercettazioni rappresentino la priorità del Paese, il 63% ha risposto no.

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