Elettore del Nord Italia: sembrano essere i mass media a farla da padrone per quanto riguarda la determinazione della loro scelta di voto.

E’ quanto emerge da una ricerca demoscopica realizzata dal gruppo di ricerca economico sociale Hobo-Quaeris, frutto della collaborazione fra l’Istituto di Ricerca Quaeris e Hobo Communication, agenzia trevigiana specializzata nella comunicazione pubblica.

Il sondaggio sull’elettore ha preso in esame un campione di 836 elettori delle regioni settentrionali (Piemonte, Val D’Aosta, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli, Liguria e Emilia Romagna) rappresentativo dei cittadini interessati dalla tornata amministrativa del 15 e 16 maggio, sia per quanto riguarda elezioni comunali che provinciali.

I DATI – Il 58% degli intervistati, alla domanda “lei personalmente come si è formato la propria opinione elettorale” ha risposto di orientarsi attraverso l’informazione data dalla televisione. Sono soprattutto le donne (il 60,4) a decidere con la TV, contro il 55% degli uomini. L’incidenza della televisione è evidente tra gli over 65 (il 65,90% si forma una opinione elettorale con questo mezzo) e la fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni (59,80%).

Meno della metà degli intervistati, il 40,2% sostiene invece di formare la propria opinione elettorale attraverso la carta stampata, in particolare i quotidiani. In questo caso prevalgono i maschi (41,30%), soprattutto (55,80%) liberi professionisti.

Meno di un quarto arriva a decidere sul voto attraverso il passaparola o il confronto con gli amici (in particolare i giovani tra i 18 e i 24 anni, sono il 30,40%). Molto meno importante appare il programma dei candidati (decisivo solo per il 13% del campione) così come marginale sembra essere l’effetto della comunicazione elettorale, che fa decidere solo al 12,5% degli elettori.

Soltanto il 9% appare come elettorato fortemente fidelizzato (è cioè simpatizzante del partito per cui vota) mentre il 2,7% vota in base alla propria iscrizione ad un partito o movimento.

“Da questi dati – ha commentato Giorgio De Carlo, amministratore delegato di Quaeris srl e coordinatore del gruppo di ricerca Hobo-Quaeris – traspare in maniera evidente la centralità del sistema dell’informazione. E questo pone l’accento sull’importanza di un sistema che, soprattutto per quanto riguarda la televisione che è il mezzo più penetrante, garantisca equilibrio, correttezza e imparzialità. Un discorso simile, anche se in misura diversa, vale ovviamente anche per i giornali e il resto del sistema informativo. E’ invece interessante l’indicazione relativa alla comunicazione politica diretta, che assorbe una buona fetta dei budget di spesa dei candidati e delle liste, che non incide in maniera proporzionale e proporzionata all’investimento. La sintesi è che parte avvantaggiato chi può sfruttare una buona esposizione nei mass media, che si trasforma non solo in “conoscenza” ma diventa vero e proprio convincimento dell’elettore. Ugualmente appare in declino il valore e l’efficacia del contenuto propriamente politico, dato che i programmi influiscono sulla scelta del voto in maniera residuale”.

AFFLUENZA – Il sondaggio ha anche preso in esame una previsione sul dato di affluenza. L’86,5% degli intervistati ha dichiarato che andrà a votare, contro l’11,4% che non lo farà. “A spingere verso l’alto la percentuale dell’affluenza – ha concluso De Carlo – sono le consultazioni comunali, mentre l’interesse verso le elezioni provinciali continua ad essere piuttosto basso”.