Piacciono, in linea di principio, come metodo di selezione e individuazione del candidato del centrosinistra. Ma, nel caso delle primarie di Treviso organizzate da Treviserò e promosse dal Partito Democratico, andrà a votare “solo il 36%” dell’elettorato cosiddetto “progressista”.

E’ uno degli elementi che emergono da un sondaggio realizzato dal gruppo di ricerca economico sociale Hobo Communication, frutto della collaborazione fra l’Istituto di ricerche demoscopiche Quaeris e Hobo Communication, agenzia di comunicazione pubblica, che ha preso in esame un campione di 353 elettori residenti nel Comune di Treviso, stratificato per sesso e per età, rappresentativo del corpo elettorale chiamato, nella prossima primavera, a votare alle amministrative del Comune di Treviso.

Al campione è stato chiesto di esprimersi in merito alle primarie aperte, la cui campagna elettorale è in corso, in termini di conoscenza dell’evento, valutazione della positività o negatività dell’iniziativa e delle intenzioni di partecipazione alla consultazione, suddividendo inoltre i risultati per appartenenza del campione all’area di voto del centrosinistra, centrodestra o “altro”.

CONOSCENZA DELLE PRIMARIE – Più della metà del campione, ovvero il 59,8% degli intervistati, si dice a conoscenza del fatto che si terranno le primarie aperte. Il 39,3% dice invece di non essere a conoscenza dell’evento. I più informati sono quelli che si dichiarano di centrosinistra (87%) ma anche tra gli elettori di centrodestra c’è un buon livello di conoscenza (71,9%). La notorietà delle primarie è maggiore nella fascia di età tra i 18 e i 44 anni (tra l’80 e l’84%), mentre è del 58,1% tra i 55 e i 64 anni e crolla al 25,4% per gli over 65. Più informati gli uomini delle donne: queste ultime, per il 55,1%, dicono di non sapere delle primarie aperte.

PRIMARIE: POSTIVE O NEGATIVE – Solo il 27,2% del campione dice di considerare queste primarie un fatto positivo. Il 39,9% ritiene siano negative ma è alto il numero degli indecisi che non risponde, pari al 32,9% del campione. I più favorevoli sono i giovani tra i 18 e i 24 anni (il 35,7%), i più negativi gli elettori tra i 45 e i 54 anni (dice che sono un fatto negativo il 59,5%), con le donne che si mostrano le meno entusiaste e le più indecise: solo il 17,4% di loro considera le primarie aperte un fatto positivo, il 35,8% le giudica negativamente, il 46,8% non risponde.

La suddivisione per area elettorale mette in luce che l’86% degli elettori che si sono dichiarati di “centrosinistra” le ritiene un fatto positivo, contro solo il 4,5% degli elettori di centrodestra. Sono giudicate in maniera favorevole, poi, da circa un terzo degli elettori che non si considera né di centrosinistra né di centrodestra (il 29,4%), che per oltre la metà (53%) non esprimono però una opinione definitiva.

AFFLUENZA – Al campione è stata chiesta una intenzione di voto, in termini di partecipazione. Il 18% ha detto che andrà a votare, il 15% non risponde ed è indeciso, mentre il 67% non parteciperà alle primarie. In grande maggioranza chi dice che non parteciperà alla consultazione sono le donne (il 69,7%) mentre dichiara che andrà a votare il 33% dei maschi, mentre il 51% dichiara che non voterà. Le previsioni del sondaggio indicano che parteciperà il 38,3% degli elettori tra i 18 e 24 anni, mentre tra gli over 65 voterà dichiara di partecipare solo l’11%. Nella fascia tra i 25 e i 54 la percentuale di voto varia tra il 25,7% e il 29%.

Nella suddivisione per area elettorale, dichiara che parteciperà alle primarie il 36% dell’elettorato di centrosinistra, mentre il 54% dice che non voterà, con un 10% di indecisi che non risponde. Nel campo del centrodestra il 91% del campione dichiara che non voterà, con un 9% di indecisi, che sale al 35,3% tra chi non si definisce né di centrodestra né di centrosinistra.

ANALISI – “Abbiamo sondato le primarie ad avvio della campagna elettorale – spiega Giorgio De Carlo, amministratore delegato di Quaeris e coordinatore del gruppo di lavoro – ed è evidente che, in termini di conoscenza, si sconta una visibilità piuttosto modesta, soprattutto per quanto riguarda la copertura data dagli organi di informazione locale. Sono invece interessanti due dati: l’elettorato di centrosinistra ha un giudizio favorevole del metodo delle primarie ma lo scarto tra i favorevoli alle primarie e quelli che dichiarano di andare a votare è rilevante. Questo dato potrebbe far pensare che nel campo progressista si sarebbe forse preferito un confronto elettorale di “coalizione” e meno caratterizzato dal Partito Democratico. Inoltre è chiaro che l’elettorato non di centrosinistra è sostanzialmente impermeabile alla consultazione prevista per il 13 e 14 ottobre”.

“Queste previsioni – ha concluso De Carlo – sono ovviamente suscettibili di variazioni, legate all’impatto mediatico dei candidati nel corso di queste settimane, alla comunicazione che verrà data all’evento, alla capacità di coinvolgimento degli attivisti. In linea generale, dati alla mano, al momento si può dire che le previsioni di affluenza si attestano intorno al dato di partecipazione registrato a Treviso nelle primarie nazionali svolte in passato per la segreteria nazionale del Pd e per il candidato premier alle elezioni legislative del 2006”.

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