Internet nuova frontiera. Nuovo studio Assirm sul business delle ricerche di mercato: un settore da 630 milioni di euro con online in crescita del 46%. Alimentare largo consumo e informatica i top spender, in ripresa il settore auto.

Dopo anni di magra torna a crescere il business delle ricerche di mercato primo segno di vitalità di un  settore che si credeva moribondo.

Una torta che nel 2010 potrebbe valere, secondo le stime dell’Assirm che il Sole 24 Ore presenta in anteprima, 620-630 milioni di euro, in ripresa del 15-16% sui 543 milioni dell’anno scorso. La sorpresa maggiore riguarda l’exploit del canale online arrivato a pesare l’8% sull’indotto complessivo (una cinquantina di milioni di euro), con un trend di crescita non lontano dal 50 per cento. Un “peso” ancora ridotto se si pensa che le ricerche di mercato online valgono in Giappone il 36% sul totale, mentre nel Regno Unito il 26% e negli Usa il 22 per cento.

Secondo i dati Esomar che saranno presentati oggi a Milano durate il convegno Online research event: l’ evoluzione continua, l’Italia è il paese con un tasso di crescita della ricerca digitale più interessante (+46,4%), secondo solo alla Spagna (+60,4%). Seguono Giappone (+28,6%), Svizzera (+19%) e gli Stati Uniti (+10%). Altre aree cominciano invece a subire un trend di flessione per quanto riguarda questa metodologia, dopo anni di rally: per esempio Germania (-4,9%), Gran Bretagna (-11%) e Australia (-24,1 per cento).

«A livello settoriale il top spender è il largo consumo – spiega Cecilia Gobbi, direttore generale dell’Assirm – che vale il 37% di tutto il mercato, con l’alimentare in pole position, seguono poi i beni durevoli con elettrodomestici e arredo (9%), informatica (10%), intrattenimento (9%), farmaceutica (8%), pubblica amministrazione (4%) e automotive (3%), in ripresa dopo un 2009 di calo».

Ma sembra essere il digitale la nuova frontiera del marketing. «Grazie al fenomeno dei social network, primo tra tutti Facebook, è oggi possibile raggiungere nuovi target e nuove tipologie di consumatori – racconta Silvestre Bertolini, presidente di Assirm – non più solo giovani abituati a navigare, profili dotati di skill ben specifiche, ma anche persone che si avvicinano al mondo di internet e cominciano a usare la rete come nuovo strumento di comunicazione grazie alla facilità d’uso dei network. Per questo bisogna continuare ad innovare, anche per far ripartire la domanda».

Senza contare che la ricerca web, secondo le previsioni di Assirm, non soppianterà le metodologie più tradizionali (come quelle telefoniche o il faccia), ma faccia «ma grazie alla qualità dei campioni e delle risposte, alla possibilità di sviluppare nuovi approcci che sfruttano l’interattività e grazie all’applicazione di tecniche di analisi sofisticate questo strumento diventerà un valido complemento».

Ma quali sono i settori commerciali e le aziende che nell’ultimo periodo hanno investito di più in ricerche di mercato online? Soprattutto media e informatica, dice ancora Cecilia Gobbi, «utilizzando una modalità che permette di contattare target importanti come i manager, che posso no rispondere ai questionari quando vogliono».

di Daniele Lepido