Si spengono i riflettori sull’edizione 2017 del Vinitaly, evento che di anno in anno assume sempre più un carattere internazionale.
Il Salone Internazionale del vino e dei distillati, che si tiene a Verona dal 1967, anche quest’anno non ha deluso le aspettative: 128 mila presenze da ben 142 differenti nazioni.

 

Una dimensione internazionale quindi, dove per la prima volta erano presenti buyer provenienti da Panama e dal Senegal, espositori dal Giappone, mentre, sempre per la prima volta, in qualità di ospite era presente il Kosovo.
Nonostante la minaccia Brexit, il protezionismo Usa e il disgelo russo, la 51° edizione del Vinitaly ha saputo reagire alle nuove sfide puntando sulle potenzialità del mercato cinese e sulle nuove tecnologie, grazie al canale e-commerce.

 

Prova di questo nuovo trend è la partnership creata tra i responsabili di Vinitaly con “1919”, gigante della distribuzione O2O (online to offline) di vino e spirit in Cina. La piattaforma – che garantisce la consegna a domicilio del vino acquistato online in 19 minuti e che offre sconti per ogni minuto di ritardo – opera in 500 città cinesi e movimenta oltre 5mila esercizi commerciali. E’ , inoltre, presente in tutte le province del grande paese e tratta i prodotti di 1500 marchi. Senza dubbio, l’accordo con Vinitaly International apre le porte di questo immenso mercato ai produttori italiani.

 

Al livello mondiale, secondo uno studio condotta da Ismaea, si conferma il business enologico: ci sarà una forte crescita per il prossimo quadriennio sia della produzione (+2,4%), con l’Italia ancora al primo posto della classifica,  nonostante i molti competitors, sia dei consumi mondiali (+ 4,3%), con picchi soprattutto in Cina (+21,6%), Russia (+6,1%) e Usa (5,7%).

 

E il tanto blasonato Prosecco Docg? Secondo i dati diffusi dal Ovse, osservatorio economico dei vini effervescenti italiani, il prosecco traina il mercato italiano ed è in crescita per il 12esimo anno consecutivo. Inoltre, rispetto al 2015 si registra un +13% in volume e un +7,5% in fatturato e a fronte di un prezzo di spedizione quasi uguale al 2015, cresce enormemente il valore al consumo in quasi tutti i paesi. “Ottimo l’ andamento
dell’export – sottolinea Comolli, presidente dell’Ovse – grazie soprattutto al Prosecco Docg/Doc che segna un +20% in totale”.

 

Ma il Veneto non punta solo sul rinomato vino bianco, ma guarda al futuro con la proposta di Zaia di candidare la Valpolicella, come è già stato per le colline di Valdobbiadene Conegliano, a patrimonio dell’umanità Unesco, con la convinzione che “i territori del vino sono un grande biglietto da visita del nostro Paese da spendere nel mondo”.

 

A noi non ci resta che di godere del nostro territorio: cin cin!!!