Nasce il gruppo di ricerca economico-sociale “Hobo-Quaeris”, come convergenza delle attività e professionalità messe in campo da due realtà trevigiane, l’istituto di ricerca Quaeris e l’agenzia di comunicazione Hobo Communication.

L’obiettivo è quello di sviluppare attività di ricerca e analisi in campo economico, sociale e politico, con un focus particolareggiato sulla realtà veneta.

Quaeris vanta una pluriennale esperienza nel campo della ricerca politica e sociale, a livello nazionale ed internazionale.

E la Hobo Communication?

Agenzia specializzata nel campo della comunicazione pubblica, istituzionale, politica, sociale ed economica, vanta una grande esperienza nel settore della comunicazione politica e della gestione e organizzazione di campagne elettorali. In particolare ha realizzato campagne elettorali a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale, fornendo consulenza ad operatori impegnati in campagne elettorali nazionali ed europee. Collabora, infatti, con gruppi di lavoro e istituti di ricerca politica e demoscopica operanti in Europa e negli Stati Uniti, realizzando attività di comunicazione politica innovativa sia in termini di produzione grafica che di servizio di organizzazione e strategia di ufficio stampa e ghostwriting politico

L’accordo è stato siglato da Giorgio de Carlo, a.d. di Quaeris e Denis Barea, a.d. di Hobo Communication. Il gruppo di lavoro complessivamente mobiliterà 10 professionisti e disporrà di un parco di 500 operatori dedicati all’esecuzione di interviste telefoniche e personali.

Il primo atto del gruppo è stata la realizzazione di un sondaggio sulla conoscenza e giudizio in merito alla cosiddetta “Legge Bavaglio” tra i cittadini residenti a Treviso e provincia.

Chiedendo un livello di libertà di stampa presente oggi in Italia, il valore medio di valutazione è risultato: 7.28. Tale valore è stato indicato soprattutto da donne di età sia dai 18 ai 24 anni sia dai 55 ai 64 anni.

Alla domanda se in Italia i giornalisti, nello svolgimento del proprio lavoro, agiscano o meno in condizione di autonomia e subiscano condizionamenti esterni o pressioni, il 74% afferma che inevitabilmente la maggior parte dei giornalisti sia in qualche modo condizionata. Questo è un dato ci viene fornito soprattutto dalle donne con una età dai 35 ai 54 anni.

Per quanto riguarda la conoscenza di in che cosa consiste il ddl intercettazioni, possiamo rilevare come il 57% si ritenga informato contro il 42%.

Infine, il 46.1%non è del tutto d’accordo con il DDL intercettazioni, in quanto andrebbe modificato: le intercettazioni andrebbero pubblicate per garantire il diritto all’informazione, ponendo però dei limiti precisi alla diffusione delle notizie sulla vita privata degli intercettati e sulle persone estranee a.

 

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