IL RAPPORTO IPTV. Sul mercato italiano c’è scarsità di contenuti per il video-on-demand, a causa delle clausole di esclusiva richieste dai grandi gruppi.

La TV diffusa su protocollo internet non è più una nicchia di mercato, ma sta diventando un mezzo a grande diffusione. Potenzialità che sono presenti anche sul mercato italiano. Con due limiti: la diffusione della  banda larga e dei PC nelle abitazioni (sono un milione, però, i televisori già in grado di ricevere servizi via Web) e, soprattutto, la scarsa disponibilità di contenuti sul mercato. Lo documenta il primo rapporto dell’Associazione italiana degli operatori IpTv (Telecom Italia, Fastweb, Wind).

Vi è, nei paesi avanzati, una propensione crescente al consumo personalizzato di TV. Anche se il rapporto Media Predictions 2010 di Deloitte&Touche stima che nei maggiori mercati si consumano tra le 20 e le 30 ore di televisione lineare ogni settimana contro una, media dai 90 minuti alle due ore di TV “non lineare”. Quest’ultima ha però tassi di crescita impensabili per la TV “lineare”.

Lo scenario è quello del passaggio alla TV digitale e dell’aumento della larga banda.  Il principale motore dell’innovazione è dato dagli apparati, oltre al PC, che possono connettersi al Web: televisori, Tablet, smartphone e console dei videogiochi. Accanto a You Tube, con i suoi due miliardi di video “cliccati” ogni giorno, si affermano sia piattaforme per il noleggio online di film e programmi TV sia la cosiddetta catch-up TV, che mette i palinsesti “lineari” degli ultimi giorni a disposizione di ogni utente. In quest’ultima modalità, il servizio di maggior successo è l’iPlayer della Bbc, con 41 milioni di utenti unici (agosto 2010). Tra le 20 e le 22,negli Stati Uniti, il 43% del traffico Internet è generato da servizio video, di cui la metà è attribuita a Netflix, che noleggia online i video, passato, in un anno, da 10,6 a 16,9 milioni di clienti.

L’Iptv è offerta da operatori che trasmettono, singolarmente a ogni abbonato, contenuti audiovisivi attraverso l’infrastruttura (cavo, Dsl, fibra) utilizzata per l’accesso al Web e la telefonia. Nel mondo, l’Iptv ha 23 milioni di abbonati, di cui 5,7 in Francia e 700mila in Italia. Francia leader grazie alla facilità di accesso ai contenuti e ad incentivi fiscali che favoriscono la vendita congiunta di video e banda larga.

La Over-the-top-television (Ott) è offerta da soggetti terzi rispetto a chi gestisce le reti, abbassando i costi pur con meno garanzie su qualità del servizio e tempi di attesa. Sono ormai sviluppate, però, tecnologie di gestione della rete che permettono all’Ott una distribuzione di qualità, evitando congestioni.

Sul mercato nazionale «presenta rilevanti criticità l’acquisizione di diritti cinematografici e di contenuti di pregio come le serie TV, perché gli operatori pay richiedono clausole di esclusiva che escludono la disponibilità di quei diritti per il Vod». Warner e Nbc Universal, ad esempio, hanno ceduto a Mediaset, in esclusiva, i diritti Vod per tutte le piattaforme Ip. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna i diritti Vod sono ceduti non in esclusiva, favorendo la crescita del mercato.

di Marco Mele
Fonte: Il Sole 24 Ore, pag. 18 – Domenica 6 febbraio 2011