PMI venete. Quaeris presenta i risultati delle ricerca sul credito commerciale che sono stati esposti nell’ambito dell’evento promosso da OLTRE VENETO, dal titolo “Imprese e territorio – Organizzare l’Impresa per battere la crisi”, svoltosi Mercoledì 24 Ottobre 2012 ad Albignasego.

L’indagine ha sondato l’opinione di 275 titolari d’azienda di piccole e medie imprese che operano nelle province venete di Padova, Treviso, Verona e Vicenza, al fine di raccogliere informazioni sulle modalità con cui essi gestiscono il credito commerciale della propria attività, con particolare riferimento alla gestione del credito nei confronti della clientela.

La concessione di una dilazione dei pagamenti è motivata più frequentemente dalla struttura stessa del mercato dell’azienda, un’operazione che si rende necessaria per garantire le vendite (61,0%) e per promuoverle (43,4%); non trascurabile è poi gli effetti di fidelizzazione della clientela che la concessione può produrre (32,2%).

La dilazione media offerta ai clienti dagli intervistati è compresa generalmente tra i 30 ed i 90 giorni (tempistica indicata da 3 imprese su 4), con una significativa prevalenza dell’opzione 60 giorni (40,2%). Il 5,5% dichiara, infine, di non concedere alcuna dilazione dei pagamenti.

Maggiore incertezza viene invece registrata rispetto alla valutazione dei reali tempi di pagamento dei clienti: poco più della metà dei rispondenti non sa fornirne una stima, mentre tra chi risponde l’opzione più frequente è 60 giorni (14,7%) e 30 giorni (13,7%); tempistiche di pagamento superiori ai 120 giorni sono indicate da poco meno dell’8% degli imprenditori.

Una domanda relativa alla conoscenza della percentuale degli insoluti sul fatturato dell’anno appena trascorso rivela altrettanta scarsa conoscenza: ben il 55,0% degli intervistati non sa valutarne l’entità. Meno della metà delle imprese ha introdotto cambiamenti nelle politiche di gestione dei crediti, privilegiando, dove invece sono avvenuti, l’adozione di solleciti di pagamento (25,6%) oppure l’offerta di sconti per pagamento cash e/o anticipato (15,3%).

D’altra parte, un’impresa su 2 ha dichiarato che il ritardo nei tempi di pagamento da parte della propria clientela nel corso degli ultimi 12 mesi è rimasto invariato oppure non vi è stato affatto. Più difficile stimare quello che potrà accadere nel prossimo anno: chi risponde prevede soprattutto un aumento dei tempi di pagamento (51,3%), mentre il 43,5% ipotizza che rimarrà invariato; poco più del 5% degli intervistati ritiene che il ritardo diminuirà o non vi sarà affatto.

Le principali modalità di pagamento adottate con i propri clienti dagli imprenditori intervistati sono la ricevuta bancaria (34,2%) ed il bonifico (32,7%); meno utilizzata la rimessa diretta (23,8%) o il contante (7,6%).

Posizione incerta viene espressa in merito alla disponibilità da parte delle imprese di proporre sconti ai clienti per il pagamento anticipato delle fatture: il 47,8% dei rispondenti si dichiarerebbe favorevole a tale soluzione, mentre il 10,7% non si sa esprimere al riguardo.

La concessione del credito viene generalmente ponderata in base ad informazioni fornite dai venditori, dagli agenti e più in generale dall’esperienza commerciale maturata col dato cliente (57,3%); meno frequente è il ricorso ad informazioni fornite da società specializzate mediante rapporti informativi (27,4%) o all’utilizzo di un sistema di attribuzione di rating ai propri clienti (5,2%).

L’andamento dei pagamenti viene monitorato generalmente dall’amministratore dell’azienda o mediante il contatto con i venditori (64,6%), mentre un’impresa su 4 si affida ad un sistema di controllo mensile o settimanale ad hoc mediante il sistema gestionale di contabilità.

L’opinione degli imprenditori su quali siano i motivi principali a causare insoluto tra i propri clienti vede una netta prevalenza di indicazioni sulla mancanza di liquidità (35,8%), seguite dalle ipotesi che in questo modo riescano a finanziarsi tramite il fornitore (21,6%) o che il fornitore non effettui un controllo adeguato (19,1%), facendo sì che il cliente ‘approfitti’ della situazione (16,2%).

In caso di insolvenza circa la metà delle imprese preferisce effettuare un sollecito dei pagamenti nei primi 15 giorni successivi alla data di scadenza da parte dell’amministrazione per via telefonica o lettera, oppure direttamente da parte del venditore o del titolare; il 16,1% degli intervistati dichiara, invece, di privilegiare piani di rientro dilazionati diversificati per cliente.

Una netta maggioranza degli imprenditori intervistati (il 76,1%) afferma di non essere disposto a ridurre il fatturato della propria azienda in funzione di un minor tempo d’incasso; l‘11,7% che si dice invece favorevole sarebbe disposto per lo più ad una riduzione massima inferiore o uguale al 10%.

PDF Sondaggio Quaeris_Credito