Il sondaggio di questo mese è stato fatto in collaborazione con Archeide, società di consulenza finanziaria indipendente. Il fine è stato quello di capire qual è lo stato di conoscenza e la sensibilità degli investitori sul tema costi dei servizi finanziari. A questo proposito sono stati interpellati 48 investitori. Il commento dei risultati è affidato a Fabio Menon, AD della società.
“In un contesto finanziario come quello attuale, dove i rendimenti delle obbligazioni sono prossimi allo zero, la preoccupazione di conoscere e gestire i costi, in genere molto elevati, dovrebbe essere massima, altrimenti per ottenere rendimento positivo, l’investitore è costretto (o invitato) a prendersi rischi elevati. Peccato che, sulla base delle risposte date dai nostri intervistati, è interessante evidenziare che ci sono comportamenti e abitudini che si contraddicono. Vediamo più nel concreto.
Abbiamo chiesto di indicarci quanti costi l’investitore crede di sostenere per i propri investimenti. Il 41,6% ha risposto di non esserne a conoscenza mentre il 12,5% addirittura ha risposto che non ne ha! Solamente un 10,5% è consapevole di avere costi superiori al 2% annuo (questa è la risposta più vicina alla realtà).
L’altro dato molto rilevante è che il fattore maggiormente preso in considerazione quando viene fatta una scelta di investimento, è il rendimento, con il 43,8%, mentre l’attenzione a valutare il costo è solo del 2,1%!!! Questo è il primo dei paradossi più evidenti.
Ci vien da sottolineare che chi cerca rendimento non può ignorare il fattore costo che ne è il diretto responsabile. Inoltre, tanto più l’investitore cerca rendimento, tanto più è indotto ad assumersi rischio. Qui il secondo grande paradosso perché il 79,1% si dichiara essere investitore che si colloca in un profilo tra il basso e il medio rischio.
Sono sufficienti questi due aspetti per comprendere quanto l’investitore sia purtroppo ancora distante dalla costruzione di un efficiente processo d’investimento.”