Il sondaggio è stato eseguito su un campione rappresentativo di 300 cittadini veneti. Un campione piccolo, ma sufficiente per abbozzare un trend della società veneta.

 

In particolare appare interessante il dato secondo il quale la maggior parte della popolazione, ben il 77,3%, dichiari di conoscere la differenza tra autonomia e indipendenza. Un dato molto rilevante, anche se leggermente inferiore al risultato ottenuto da un sondaggio similare effettuato nel 2014 (85,2%). Il calo, seppur contenuto, stimola una domanda: è possibile che il fatto di continuare a proporre contemporaneamente i temi dell’autonomia e dell’indipendenza, come sta accadendo in questo periodo, generi confusione tra i cittadini?

 

La domanda sull’assetto istituzionale prediletto per il Veneto mostra come l’interesse per autonomia ed indipendenza sia notevole tra gli intervistati, ma si evince una chiara preferenza per la soluzione dell’autonomia (39,9%) rispetto all’indipendenza (24,3%). Un risultato in linea con quello ottenuto nel 2014.

 

Dal sondaggio emerge inoltre come circa metà della popolazione sia a conoscenza del previsto referendum sull’autonomia. Un risultato molto interessante considerato che non si è ancora stabilita una data e non si è ancora iniziata la campagna referendaria.

 

Notevolissima si presenta anche la predisposizione ad andare a votare (78,6%) e, soprattutto, davvero pochi sono quelli che si dichiarano disinteressati (9,4%).

 

Tra chi andrà a votare è netta la preferenza per l’autonomia (65,8%) e rilevante la quantità di indecisi (20,7%).

 

In conclusione, a partire dai risultati del sondaggio, si potrebbe affermare che una netta maggioranza della popolazione veneta è interessata ad una maggiore autonomia e che sembra predisposta a sostenerla al referendum. Possiamo quindi dire che ci sono innegabili potenzialità per il successo del referendum dell’autonomia, me che trasformare queste potenzialità in realtà non sarà automatico.

 

Servirà una campagna di comunicazione chiara, un maggior coinvolgimento della società civile e, soprattutto, il referendum non dovrà essere un’occasione di scontro tra partiti.

 

Purtroppo si intravedono già alcuni segnali pericolosi che possono vanificare gli sforzi fatti, quali il continuare a proporre anche Il referendum sull’indipendenza (cosa che genera incertezza), la poca compattezza nel portare avanti il progetto referendario entro alcuni partiti e l’idea che il referendum possa essere solo di una parte politica e non di tutti i cittadini veneti.

 

Paolo Pasi

 

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