Emerge un sostanziale pessimismo sulle prospettive: solo il 21,2 per cento ha dichiarato di avere assunto nuovo personale negli ultimi due anni e appena il 7,7 per cento ritiene di ampliarsi nel prossimo biennio.

I rapporti critici con le banche (oltre il 60 per cento è insoddisfatto (il 32,3 per cento è molto insoddisfatto): costo del denaro troppo elevato per il 90,9 per cento e si chiedono eccessive garanzie per l’81,8 per cento. Giudizi assolutamente negativi da quasi da tutti gli intervistati sulla formazione professionale. Alle amministrazioni locali si chiede di affrontare prima di tutto la questione immigrazione. Il 46,2 per cento ritiene che in Italia le cose, nell’immediato, peggioreranno. Il 40,4 per cento ritiene un’evoluzione negativa anche per la propria azienda. Solo per l’ 11 per cento vede positivo. L’indagine è stata presenta oggi nella sede della Confartigianato di Castelfranco Veneto.

L’Istituto di ricerca Quaeris ha condotto una ricerca su un campione di 352 aziende presenti nel territorio in cui opera la Confartigianato di Castelfranco Veneto per conoscere quali siano le loro esigenze e il loro punto di vista su alcuni aspetti importanti per conoscere le prospettive future. Il 67,3% presenta meno di cinque addetti. Le interviste sono state fatte con metodologia CATI (interviste telefoniche).

L’indagine, presentata oggi in un incontro con la stampa, è stata commissionata dalla Confartigianato di Castelfranco Veneto (1.282 soci, l’associazione più forte del settore. Nella Castellana gli artigiani sono 2.950) con un obiettivo preciso: capire che cosa è possibile fare oggi, in concreto, per cercare di dare un po’ di ossigeno al settore che sta boccheggiando.

Di questo si parlerà in un incontro con gli artigiani giovedì 28 aprile alle 20,30 nella sala convegni dell’Hotel Fior di Castelfranco Veneto. E’ prevista la presenza di sindaci e amministratori comunali. Dati e commenti saranno illustrati dal sociologo Giorgio De Carlo, direttore dell’Istituto internazionale di ricerche Quaeris. Obiettivi e impegni della Confartigianato del luogo saranno presentati dal presidente Valter Veronese.

L’indagine: come prima cosa è stato chiesto agli intervistati di evidenziare quali siano i problemi più urgenti che l’amministrazione del loro comune dovrebbe affrontare: il 46,2% ha indicato le questioni relative all’immigrazione ed il 34,6% le problematiche relative a traffico, viabilità e parcheggi. Meno prioritari ma segnalati da percentuali importanti di rispondenti risultano essere i problemi legati alla manutenzione delle strade e sistemazione urbana (27,3%) seguita da quelli relativi alla sicurezza (19,6%) ed alle opere pubbliche (illuminazione, marciapiedi e fognature) (14,2%).

Per quanto riguarda il rapporto instaurato con le banche, il campione si spacca in tre parti: il 38,1% degli intervistati è soddisfatto di tale rapporto, il 29,6% lo ritiene sufficiente ed il rimanente 32,3% è profondamente insoddisfatto. Il 31,2% dichiara di aver riscontrato difficoltà con le banche per ottenere prestiti: queste difficoltà sono soprattutto legate al costo elevato in termini di tassi ed interessi (90,9%), alla richiesta di eccessive garanzie (81,8%), e a seguire principalmente alla mancanza di comprensione delle esigenze aziendali, al mancato apprezzamento della condizione economica e finanziaria dell’azienda ed alle difficoltà nel fornire la documentazione richiesta.

Il 21,2% del campione dichiara di avere aumentato il proprio personale nel corso dell’ultimo biennio ma solo il 7,7% è intenzionato a farlo nei prossimi due anni. I canali utilizzati per ricercare personale sono soprattutto quelli informali quali passaparola e segnalazioni (83,3%), seguiti a lunga distanza dalle agenzie private specializzate (16,7%) e dalla raccolta di nominativi nelle scuole professionali / università (8,3%). Nel corso dell’ultimo biennio una azienda su quattro invece ha ridotto il proprio personale: il 9,6% degli intervistati ha licenziato del personale, il 13,5% è ricorso alla cassa integrazione e l’1,9% ha utilizzato entrambi gli ammortizzatori sociali.

Gli intervistati risultano insoddisfatti relativamente alla preparazione scolastica: la media di soddisfazione, basandosi su una scala che va da 1 (per nulla soddisfacente) a 10 (molto soddisfacente), relativamente alla formazione fornita dalle scuole professionali è di 4.78 e per quanto riguarda l’università è di 4,13. Inoltre la conoscenza delle lingue straniere non è importante per ben il 76,9% del campione.

Molto contenuta (5,8% degli intervistati) la percentuale di chi ha pensato, per lo sviluppo della sua azienda, di dotarsi di figure professionali nuove e diverse rispetto a quelle attuali. Per quanto riguarda le previsioni future, prevale un giudizio di stazionarietà o pessimistico. Il 46,2% ritiene che la situazione dell’Italia peggiorerà, il 38,5% che si manterrà uguale ed il 13,5 % che migliorerà. Considerando nello specifico l’azienda invece l’11,5% del campione ritiene che la situazione si evolverà in modo positivo, il 48,1% che essa resterà stabile ed il 40,4% che peggioreranno le condizioni.

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ASCOLTA L’ESPOSIZIONE DEI RISULTATI DELLA RICERCA PRESENTATI DAL DOTT. GIORGIO DE CARLO SU RADIO VENETO UNO