Nell’ultima puntata di Promesse & Fatti il Dott. Giorgio De Carlo, direttore di Quaeris, ha commentato i risultati dell’indagine condotta tra i cittadini veneti sul tema della riforma della giustizia in Italia.

Gli intervistati si sono spaccati a metà nel giudizio relativo al principio del legittimo impedimento, sul quale da poco tempo si è espressa la Corte Costituzionale: secondo il 46% dei rispondenti esso viola il principio di uguaglianza dei cittadini, mentre un 40% lo sostiene giustificandolo con il fatto che è corretto che venga garantita l’attività di chi governa. Alto il numero dei non rispondenti, che si attesta al 18%.

I cittadini del Veneto non ritengono che esita un accanimento da parte dei magistrati nei confronti del premier Berlusconi. Questo è quanto sostiene il 49% del campione sondato, mentre il 43% supporta l’ipotesi di una forzatura nelle indagini sul caso Ruby. L’8% degli intervistati non ha saputo esprimere un giudizio in merito.

Tra le proposte sul tema della giustizia lanciate dal Governo nel corso degli ultimi mesi vi sono state l’introduzione del Lodo costituzionale e la proposta sul processo breve: quest’ultima iniziativa vede concorde il 52% dei rispondenti, mentre è osteggiata dal 48%. Un ostacolo molto forte dal punto di vista del consenso popolare incontrerebbe anche un’eventuale proposta di reintroduzione dell’immunità parlamentare: questa tutela è giudicata negativamente da ben l’82% degli intervistati, mentre una minoranza del 18% sarebbe favorevole al suo reinserimento.

Emerge chiaramente poi dall’indagine come la riforma della giustizia non sia percepita dai cittadini come una priorità di intervento del Governo. Emergenza immigrazione (45%), soprattutto in seguito alle ultime vicende che hanno sconvolto l’assetto politico di molti Paesi del nord Africa, tra cui la Libia, come anche la piaga della disoccupazione giovanile (42%) sono gli ambiti di azione su cui il Governo dovrebbe intervenire più tempestivamente. La riforma della giustizia è indicata come priorità solamente dal 13% degli intervistati.

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